Luca Moleri è nato a Sesto San Giovanni (Mi) il 25 novembre 1987. Nell’aprile 2010 ha conseguito a pieni voti la laurea triennale in Fisica presso l’Università degli Studi di Milano con una tesi sul fenomeno del seeing atmosferico. E’ attualmente iscritto al corso di laurea magistrale in fisica presso la stessa università. Nel novembre 2011 ha vinto una borsa di studio “Sergio Lombroso” per recarsi presso il Weizmann Institute come visiting student, ospitato dal prof. Amos Breskin del Dipartimento di Fisica Particellare.
Progetto di Ricerca
Dato il notevole avanzamento dei metodi di terapia dei tumori, in particolare dei trattamenti di radioterapia, è ora di fondamentale importanza lo sviluppo di tecniche che permettano di riconoscere con sempre maggiore precisione l’insorgere di masse tumorali, anche di dimensioni molto piccole, prima che la loro presenza si manifesti a livello fisiologico.
La guarigione del paziente è infatti più probabile se il tumore viene attaccato nei suoi stadi iniziali.
In questo contesto, i rivelatori di fotoni e particelle basati su configurazione THGEM (Thick Gas Electron Multiplier) promettono di incrementare notevolmente la capacità diagnostica di tutte le strumentazioni ospedaliere basate su imaging (creazione di una immagine), come quelle comunemente utilizzate.
I THGEM sono rivelatori a fase gassosa sviluppati nello scorso decennio al Weizmann Institute of Science.
Passando in un volume riempito di gas, le particelle “strappano” degli elettroni dalle sue molecole. Questi primi eventi di ionizzazione sono tipicamente seguiti da una fase di amplificazione, ovvero: una cascata di ionizzazioni secondarie portano ad avere un segnale elettrico misurabile.
Caratteristiche fondamentali dei THGEM sono la loro ottima risoluzione spaziale, cioè la capacità di distinguere oggetti molto piccoli, e la possibilità di produrre immagini più grandi di quelle attualmente ottenute (30cmx30cm contro i 10cmx10cm attuali). La semplicità, robustezza ed economicità dello strumento, lo rende inoltre producibile su larga scala.
Uno dei problemi che rimangono irrisolti nello sviluppo dei THGEM è quello delle scariche elettriche che possono danneggiare irrimediabilmente lo strumento.
Una soluzione promettente è quella che prevede l’impiego di materiali resistivi nella struttura di rivelazione e lettura del segnale.
Il progetto proposto si concentrerà sullo studio di queste strutture resistive nei sistemi a configurazione THGEM. Esso coinvolgerà un ampio lavoro di laboratorio, accompagnato da accurate simulazioni ed analisi.