Eleonora Marrazzo si e’ laureata in biotecnologie mediche presso l’Università degli studi di Milano, iscritta al corso per specialista in ricerca farmacologica presso l’istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri. Dal settembre 2002 svolge la sua attività di ricerca scientifica nel laboratorio di farmacologia molecolare del dott. Massimo Broggini, presso il dipartimento di oncologia dell’istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano. Il lavoro svolto in questi anni si è sviluppato attraverso due principali linee di ricerca: la prima rivolta a caratterizzare “in vitro”, analizzando il profilo di espressione genica con la tecnica dei microarrays, il meccanismo molecolare di resistenza ad un composto naturale di origine marina con peculiare meccanismo d’azione, l’ecteinascidina 743 (et-743); la seconda indirizzata alla caratterizzazione “in vitro” del ruolo della proteina p73 e di alcune sue isoforme. Nel settembre 2005 ha iniziato un progetto di ricerca in collaborazione col laboratorio della Prof.essa Varda Rotter presso il dipartimento di biologia cellulare e molecolare dell’istituto Weizmann, grazie ai fondi della borsa di studio Sergio Lombroso.
Progetto di Ricerca
Eleonora Marrazzo così descrive la sua attività di ricerca: “la ricerca che sto conducendo è volta alla comprensione del ruolo di p73, e in particolare delle sue diverse isoforme, come determinanti cellulari della risposta al trattamento con farmaci antitumorali. Il gene codificante per la proteina p73 è stato recentemente clonato e caratterizzato come gene omologo dell’oncosoppressore p53. Ciononostante, le proteine p73 e p53 possiedono funzioni differenti, soprattutto per quanto riguarda la crescita tumorale. A differenza di p53, il gene codificante per p73 possiede una regolazione complessa: per splicing alternativo si originano una serie di isoforme che hanno in comune la parte n-terminale e il dominio centrale di legame al DNA, e differiscono per la porzione c-terminale. E’ stato osservato che in alcuni tumori è presente una forma tronca di p73, detta dnp73, che manca della porzione transattivante localizzata nella parte n-terminale. Studi recenti indicano che la dnp73 potrebbe agire da dominante negativo, bloccando la funzione della p73 stessa. La forma dn utilizza per la sua trascrizione un secondo promotore, diverso da quello utilizzato per la sintesi del trascritto intero, che contiene un sito di legame per p53 e che fa pensare alla possibile esistenza di un feedback negativo tra p53, p73 e la forma dn. L’overespressione della dnp73 in alcuni tumori umani potrebbe essere associata ad una prognosi infausta. Il progetto prevede la generazione di modelli cellulari inducibili con tetraciclina che presentano diversa espressione di dnp73, a partire dalla linea cellulare di coloncarcinoma umano hct116 mancante del gene p53 (hct116 p53-/-) e dalla linea cellulare di tumore al polmone h1299. Questi cloni ci hanno permesso di studiare l’impatto della sovra-espressione di dnp73 in un contesto cellulare che non esprime una p53 wt. I cloni sono stati caratterizzati “in vitro” sia per la crescita cellulare che per la loro sensibilità all’attività citotossica di diversi agenti antitumorali. I risultati ottenuti fino ad ora indicano che la presenza di elevati livelli di dnp73 non modifica la crescita cellulare e l’attività citotossica di diversi agenti antitumorali. La ricerca che verrà svolta presso l’istituto Weizmann sarà diretta a valutare nei nostri cloni cellulari, mediante tecniche di chromatin immunoprecipitation (chrip), l’attività trascrizionale di p53 e p73 in presenza o assenza di alti livelli della proteina dnp73. Inoltre si cercherà di caratterizzare l’attivazione trascrizionale di geni mediata da dnp73 con un meccanismo indipendente da p53 e p73. Lo studio prenderà in esame geni responsivi a p53 e alle varie isoforme di p73