Ho conseguito il dottorato in ingegneria Meccanica presso il dipartimento di Meccanica, Matematica e Management del Politecnico di Bari con il Professor Giuseppe Pascazio (in Computational Fluid dynamics) in collaborazione con l’istituto italiano di tecnologia (iit) nel “laboratory of nano precision medicine” diretto dal Professor Paolo Decuzzi. In questa esperienza, mi sono interfacciato con un ambiente multi-disciplinare ed estremamente motivamente dal punto di vista scientifico. Nel dettaglio, durante il PhD ho sviluppato chip microfluidici derivanti da foglie di “hedera elix” per studiare, in condizione dinamiche, il trasporto di nanoparticelle discoidali e cellule tumorali (CTCs) all’interno di un sistema mimante quello microcircolatorio fisiologico.
Pertanto dopo questa meravigliosa esperienza, la curiosità di vivere altre realtà scientifiche e culturali mi hanno portato a ricercare un laboratorio all’estero. Ovviamente, dal punto di vista scientifico mi sento particolarmente interessato ad approfondire le mie conoscenze nell’uso di biomateriali applicabili nel campo biologico e medico. In particolare come: “scaffold” nel contesto della “rigenerative medicine”; come “carriers” per strategie di “drug delivery”. Mentre, per la decisione del “dove” ho deciso di tentare una esperienza in una delle terra più intriganti, multiculturale e ricca di storia e tradizioni: Israele. Attualmente sono postdoc nel laboratorio di Ulyana Shimanovich nel dipartimento di “Molecular Chemistry and Material Science” nella facoltà di chimica presso il Weizmann Institute of Science e lavoro con la fibroina (la proteina della seta prodotta dal baco da seta). Tale proteina e’ altamente suscettibile ad ogni alterazione delle condizioni ambientali (pH, concentratione, legame ionico), stimoli fisici (campi elettrici, ultrasouni, sforzi di taglio) e chimici (interazione con peptidi e altre proteine).
Grazie alla fellowship di Sergio Lombroso potro’ studiare la capacita’ della fibroina di organizzarsi in scaffolds al fine di mimare la matrice extracellulare del midollo osseo e trovare quelle condizioni tali da consentire l’auto-rinnovo di cellule staminali. Il progetto avrebbe un enorme impatto nella lotta contro il cancro poiche’ consentirebbe di usufruire di un (teorericamente) illimitato numero di cellule staminali pronte per essere differenziate in quelle componenti il tessuto o organo colpito dalla malattia. Le tecniche di realizzazione saranno accompagnate da quelle di caratterizzazione a scale meso- e macroscopiche nonchè caratterizzazione delle proprietà meccaniche. Infine, un chip microfluidico verra’ sviluppato ad-hoc per ricreare l’ambiente fisiologico con microcanali diffusi all’interno della matrice extracellulare costituita da fibroina assemblata. Pertanto, ulteriori studi di diffusione e di trasporto di componenti e nutrienti verranno eseguiti sperimetalmente e numericamente.